L’Opéra Garnier nella visione di JR

Trompe-l’œil, Retour à la Caverne – Acte I, Palais Garnier, Opéra de Paris © JR 

Il restauro dell’Opéra Garnier di Parigi diventa una grande opera di arte pubblica. La sontuosa facciata del teatro, anziché velata dalle fredde impalcature del cantiere, ospita una monumentale installazione dell’artista francese JR, famoso a livello internazionale per le sue opere realizzate negli spazi urbani. Il progetto, intitolato Retour à la cavarne, si inserisce scenograficamente in Place de l’Opéra e diventa uno spettacolo in due atti, offrendo alla Ville Lumière un’esperienza unica.

L’atto I – L’entrée de la caverne – trasforma la facciata dell’Opéra Garnier in un allestimento teatrale squisitamente romantico. Come per incantesimo, in una confluenza temporale tra il passato e il presente, il teatro dischiude l’entrata di un’immensa grotta delimitata in alto da impalcature contemporanee. Rievocando il celebre mito di Platone, la caverna – ben visibile da Avenue dell’Opéra – invita la città a scoprire un luogo che condurrà alla conoscenza e alla bellezza.

Per quattro sere nel mese di settembre, come in un sogno di fine estate, nella grotta sono state proiettate alcune celebri produzioni dell’Opéra national de Paris trasformando Place de l’Opéra nell’epicentro di un incontro tra danza, musica e collettività. Significativi i balletti scelti: la rilettura in chiave politica dell’Oiseau de feu e l’intramontabile Boléro di Maurice Béjart; la metafora del potere, della vulnerabilità e della resilienza in Brise-Lames di Damien Jalet; l’innamoramento e i codici della seduzione in Le Parc di Angelin Preljocaj; la traduzione coreografica della musica di Ludwig van Beethoven in Die Grosse Fuge di Anne Teresa De Keersmaeker; l’ombra del passato in The Art of Not Looking Back di Hofesh Shechter. A chiudere il dialogo elettrizzante tra il canto lirico e la danza urbana nell’opéra-ballet Les Indes Galantes con la regia di Clément Cogitore e la coreografia di Bintou Dembélé.

L’atto II – Dans la caverne – porta con sé un cambio di scenario. Nel mese di novembre l’attuale installazione sarà sostituita da un sipario ideato da Atelier Montex e realizzato dal grande pubblico partecipando al laboratorio di ricamo intitolato MANO HABILIS. E così un consueto restauro offre a chiunque la possibilità di vivere un’esperienza artistica irripetibile: prendere parte alla creazione della monumentale installazione.

Silvia Mozzachiodi