Lady Gaga e Dom Pérignon: la danza quale immagine della creazione

Lady Gaga

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Nuova collaborazione tra Lady Gaga e Dom Pérignon. Dopo aver celebrato la forza della libertà creativa nel cortometraggio Creative Freedom is Power (2021), il nuovo video Labor of Creation, realizzato per la campagna promozionale del Dom Pérignon Vintage 2013, mette in luce la comune ricerca sottesa al processo creativo. Lady Gaga ha elevato il cambiamento a forma d’arte, oltrepassando i confini per sperimentare sempre nuove forme artistiche. Il marchio francese di champagne ha ereditato e perfezionato, annata dopo annata, l’obiettivo del monaco benedettino Dom Pierre Pérignon: “creare il miglior vino del mondo”.

Diretto dall’artista multidisciplinare Yoann Lemoine, in arte Woodkid, Labor of Creation incorpora la danza quale immagine della creazione, riflesso di un’ispirazione disciplinata in nome di un ideale estetico. Dall’ebbrezza dionisiaca della prima collaborazione si passa così ad una poetica apollinea, perfettamente rappresentata dalla coreografia di Sidi Larbi Cherkaoui. Nell’imponente Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, Lady Gaga e i danzatori eseguono movimenti dalle forme limpide e armoniche, spesso affini alle linee architettoniche del monastero, creando così uno stretto legame tra architettura e danza, tra passato e presente.

La creatività sgorga in un crescendo musicale e coreografico che culmina nella simbolica scena conclusiva: tre danzatori fluttuano nel cielo stellato al di sopra dell’Abbazia. L’ascesa rappresenta il compimento dell’opera, suggellato dall’espressione della cantante al pianoforte e dalla bottiglia Dom Pérignon Vintage 2013.

Silvia Mozzachiodi

Robert Wilson e Lady Gaga: il respiro dell’arte

Lady Gaga per Robert Wilson - Video Portraits
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Se c’è un artista transdisciplinare, quello è sicuramente Robert Wilson: regista, drammaturgo, coreografo, pittore, scultore, videoartista, sound designer e lighting designer. Compiuti ottant’anni lunedì 4 ottobre, il visionario Robert Wilson ha sempre saputo superare i confini tra le arti, rivoluzionando i codici e le convenzioni.

Un perfetto esempio del suo approccio interartistico sono i Video Portraits con Lady Gaga, esposti otto anni fa (ottobre 2013) al Museo del Louvre di Parigi e ispirati a tre famosi quadri della storia dell’arte: Mademoiselle Caroline Rivière di Jean-Auguste-Dominique Ingres (1806), La morte di Marat di Jacques- Louis David (1793) e La testa di San Giovanni Battista di Andrea Solari (1507). Al confine tra pittura, teatro, danza e videoarte, essi costituiscono una sintesi della sua visione creativa.

Lady Gaga riproduce con accuratezza l’atteggiamento dei soggetti dei quadri, dalla dignitosa bellezza di Caroline Rivière all’abbandono del corpo nella morte di Marat. Tuttavia, trattandosi di opere al crocevia tra il tableau vivant (quadro vivente) e il genere del ritratto, Lady Gaga imprime a ciascuna interpretazione la propria sensibilità artistica.

Ma ciò che più conta è che Robert Wilson restituisce ai dipinti il respiro della vita. La cantante sembra immobile ma in realtà esegue, ad un ritmo estremamente lento, una serie di movimenti minimali quali chiudere gli occhi o sbattere le palpebre. Queste azioni, che richiedono allo spettatore una fruizione contemplativa per poter cogliere le più piccole sfumature di movimento, richiamano alla mente la rivoluzionaria poetica della post-modern dance per la quale tutte le attività, anche quelle più semplici, rivelano un proprio significato estetico se inscritte in un contesto performativo o museale.

La partitura dei movimenti introduce nello spazio dell’immagine uno sviluppo temporale, enfatizzato anche dalla musica del violino di Michael Galasso, dalla voce di Lady Gaga e dai giochi di luce. Tutti questi elementi creativi rompono quella che per secoli è stata una caratteristica fondamentale dell’arte pittorica: la statica compresenza dell’intera opera nel medesimo tempo. I Video Portraits di Robert Wilson diventano così un’estensione contemporanea dell’arte pittorica con nuove proprietà spaziali – la tela che diventa uno schermo ad alta definizione – e temporali – la durata dell’opera. Variando il supporto e introducendo la dimensione temporale, il quadro può abbracciare le altre arti, sfumando i confini e conferendo all’immagine nuovi e molteplici significati.

Silvia Mozzachiodi

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