INTERNATIONAL DANCE DAY!

Oggi è la Giornata Internazionale della Danza, un’arte talvolta percepita ingiustamente come elitaria, relegata nei propri confini teatrali. In realtà la danza ha rappresentato – e continua a rappresentare – una fonte di ispirazione anche per le altre arti, che più volte hanno celebrato la sua multiforme bellezza.

DANZA & ARCHITETTURA

A Praga anche l’architettura danza con La casa danzante (in ceco Tančící dům), progettata da Vlado Milunić in collaborazione con Frank Gehry lungo il fiume Moldava. L’edificio si compone di due parti principali. La prima è una torre di vetro che si restringe a metà della sua altezza ed è sorretta da pilastri curvilinei. La seconda, parallela al fiume, è caratterizzata da modanature ondulate e finestre non allineate. Libera fluttuazione della forma nello spazio, La casa danzante fu chiamata in origine Ginger e Fred, la famosa coppia hollywoodiana Ginger Rogers e Fred Astaire.

DANZA & FOTOGRAFIA

Gjon Mili fu il fotografo del movimento, pioniere nell’uso di flash stroboscopici per catturare una sequenza di azioni in una sola immagine fotografica. La danza, arte del movimento per eccellenza, fu congeniale alla sua visione. Un esempio è la fotografia che immortala Alicia Alonso mentre esegue il pas de bourrée suivi, restituendo la veloce progressione del passo composto da microscopici e uniformi movimenti dei piedi.

DANZA & MUSICA

Voglio vederti danzare di Franco Battiato è un ritratto interculturale della danza, raccontata nella sua meravigliosa pluralità: dalla danza del candelabro dei matrimoni egiziani a quella roteante dei dervisci, dal kathakali indiano al nestinarstvo bulgaro, dal ritmo degli sciamani al ¾ del valzer. In tre minuti e quarantaquattro secondi, il cantautore ha sintetizzato la danza al di là della sua dimensione spettacolare, confermandone l’importanza all’interno della vita dell’uomo quale forma di comunicazione e momento di condivisione.

DANZA & SCULTURA

La scultrice Małgorzata Chodakowska ha trovato nella rappresentazione della danza la più felice espressione della bellezza e dell’armonia, nonché il soggetto ideale per donare alla scultura, arte dell’immobilità, il movimento. Le sue ballerine, realizzate in bronzo, sono delle fontane nelle quali l’acqua disegna dei romantici tutù.

DANZA & TECNOLOGIA

L’applicazione delle tecnologie digitali ha offerto nuove possibilità per la creazione artistica. Un esempio è Asphyxia di Maria Takeuchi e Frederico Philipps, film sperimentale che, coniugando danza e motion capture, esplora il rapporto tra corpo e tecnologia, ossia tra la materialità messa in campo dal danzatore e l’immaterialità dell’informatica. I sensori Xbox Kinect hanno catturato il movimento della performer Shiho Tanaka trasformandolo in una nuvola di dati che, attraverso programmi di simulazione dinamica e dispositivi 3D, hanno dato origine a incredibili immagini.

DANZA & PITTURA

Nel 1929 Clarice Beckett, esponente del tonalismo australiano e tra le principali artiste donne del primo Novecento, dipinse Anna Pavlova in una delle sue più famose interpretazioni: La morte del cigno di Michel Fokine. Con pennellate evanescenti in grado di restituire la percezione del movimento, nello specifico il pas de bourrée suivi che contraddistingue l’intero assolo coreografico, la pittrice colse la struggente poesia della ballerina nell’interpretare il canto di un cigno morente.

danza & moda

Portavoce di una visione della moda che trascende i propri confini, Iris van Herpen intreccia un dialogo collaborativo con altre discipline: dall’architettura alle arti visive, dalla matematica all’astronomia. Tra le varie relazioni quella con la danza esemplifica la visione estetica della fashion designer olandese. Nella progettazione della collezione “Meta Morphism”, Iris van Herpen ha collaborato con il regista Michael Langan per catturare attraverso la cronofotografia il movimento della ballerina Yuanyuan Zhang, fonte d’ispirazione per il taglio degli abiti.

DANZA & CINEMA

Nel 1967 il regista Norman McLaren, tra i massimi esponenti del cinema sperimentale del dopoguerra, realizzò Pas de deux, film ipnotico che moltiplicò sullo schermo i movimenti della danza. I ballerini Margaret Mercier e Vincent Warren furono ripresi su uno sfondo e un pavimento completamente neri con una velocità di 48 fotogrammi al secondo. La moltiplicazione delle immagini dei ballerini fu poi eseguita in una fase successiva con una stampante ottica.

DANZA & POESIA

Il poeta, saggista ed editore James Laughlin dedicò una poesia a Martha Graham, la capofila della modern dance che, prendendo le distanze dalla tradizione della danza accademica, sviluppò una nuova ricerca sulle possibilità espressive del corpo. Laughlin riuscì a cogliere alcune coordinate della danza di Martha Graham: la gravità, ossia il senso di aderenza al suolo (“beats the ground”) e l’ardente espressività del corpo (“burns herself away”).

Silvia Mozzachiodi

Dalla Modern Dance alla Pop Art passando per la fotografia

Andy Warhol, "Martha Graham", 1986

Foto di Barbara Morgan

Se si pensa ad Andy Warhol, il più famoso rappresentante della Pop Art, nella nostra mente si materializzano opere quali Green Coca-Cola Bottles e Campbell’s Soup Cans, che simboleggiano la società dei consumi, o il volto serigrafato di Marilyn Monroe, che esemplifica il culto della celebrità e le nuove icone della cultura. In effetti la produzione dell’artista sembra una galleria, o forse un pantheon, di miti attinti dal cinema, dalla musica, dalla politica, dai cartoni animati e persino dai soggetti artistici come la Monna Lisa. Tra le personalità raffigurate rientra anche una danzatrice e coreografa che ha profondamente segnato la storia della danza: Martha Graham, capofila della modern dance e singolare interprete della storia, della società e della cultura americana.

Per celebrare il 60° anniversario della Martha Graham Dance Company (1986), Andy Warhol le dedica un portfolio composto da tre serigrafie che concorrono alla mitizzazione della figura della coreografa, già ben radicata nell’immaginario collettivo americano anche come insegnante di un lungo elenco di star, da Bette Davis a Madonna. Le tre opere sono realizzate impiegando le fotografie di Barbara Morgan, celebre fotografa americana che ha trovato nella rappresentazione della modern dance, e in particolare nella danza di Martha Graham, “un’eloquente forza vitale”, catturata sempre con acuta sensibilità artistica.

Le foto selezionate da Warhol immortalano la Graham in tre suoi lavori: Lamentation (1930), Letter to the World (1940) e Satyric Festival Song (1932). Ciascuna immagine cristallizza nella frazione di un istante, irripetibile e unico come la natura stessa della danza, la verità emozionale di un movimento colto in tutta la sua forza espressiva, all’apice della tensione fisica e psichica. Sia le foto di Barbara Morgan che le serigrafie di Andy Warhol hanno eternato la danza di Martha Graham ma da due diverse prospettive: le prime accendendo una luce sul passato, le seconde sul presente.

Silvia Mozzachiodi