
Da tredici anni la Pina Bausch Foundation lavora per preservare e diffondere la produzione artistica della grande coreografa tedesca, garantendo così ad una platea sempre più ampia la possibilità di (ri)scoprire i monumentali contributi che la fondatrice del Tanztheater ha lasciato in eredità al mondo della danza.
Tra le varie iniziative, il film Dancing at Dusk – A Moment with Pina Bausch’s The Rite of Spring – disponibile fino a sabato 9 luglio sul sito del Sadler’s Wells – occupa sicuramente un posto di rilievo. Diretto dal regista Florian Heinzen-Zioband nel 2020, poco prima che il mondo cadesse in ostaggio della pandemia, il film immortala La Sagra della Primavera di Pina Bausch sulla spiaggia di Toubab Dialaw in Senegal. Ad eseguirla per la prima volta un ensemble di 38 ballerini provenienti da 14 paesi africani. Lo spettacolo è infatti una coproduzione internazionale tra la Pina Bausch Foundation (Germania) e l’École des Sables (Senegal), una scuola fondata dalla famosa coreografa franco-senegalese Germaine Acogny, conosciuta come “la madre della danza contemporanea africana” e insignita proprio l’anno scorso del prestigioso Leone d’Oro alla carriera della Biennale Danza.
Dancing at Dusk – A Moment with Pina Bausch’s The Rite of Spring suggerisce un’importante riflessione sul concetto di trasmissione dell’opera danzata, che non si limita alla mera ricostruzione coreografica ma che vuole passare ad una nuova classe di danzatori la poesia del teatrodanza di Pina Bausch. Nel film il riallestimento della Sagra della Primavera, coadiuvato da due ex componenti del Tanztheater Wuppertal, Josephine Ann Endicott e Jorge Puerta Armenta, è di per sé un’impresa. La coreografia, infatti, richiede una grande forza a livello fisico ed emotivo, un’immersione viscerale nella musica di Igor Stravinsky, tradotta con drammatica crudezza attraverso movimenti frenetici, sussulti e smarrimenti. I danzatori si sono avvicinati a questa pietra miliare della seconda metà del Novecento con le loro radici; si sono appropriati del materiale coreografico senza snaturarlo nell’idea ma apportando una nuova energia, imprimendo la propria personalità e sensibilità.
“Run with your heart and forget everything you learned before and come out and be yourself. It must be real. If you’re not exhausted in the end, you haven’t danced it properly. “
Josephine Ann Endicott
Anche la scelta dell’ambientazione è complementare all’atmosfera della versione originaria. Mentre la scenografia ideata da Rolf Borzik – stretto collaboratore della Bausch – portava la natura all’interno della scatola scenica riempiendo il palcoscenico di terra, il film Dancing at Dusk porta i danzatori nel bel mezzo di una natura che ne incornicia i corpi.
Il risultato di questa versione è davvero singolare in quanto offre una nuova visione della Sagra della Primavera di Pina Bausch come fertile terreno di incontro tra culture.
Silvia Mozzachiodi