
Ci sono artisti la cui opera trascende il tempo. David Bowie è tra questi. Creatore di personaggi, mondi e mode, maestro della continuità nella discontinuità, ossia del cambiamento elevato a forma d’arte, David Bowie è stato un artista a tutto tondo, eclettico e teatrale. La danza ha rappresentato una grande fonte d’ispirazione: dal teatro di Lindsay Kemp, coreografo che lo ha introdotto al mimo e alla danza “liberando il suo corpo” e influenzando la sua visione, al Tanztheater di Pina Bausch, alla quale si è ispirato per il Glass Spider Tour (1987). C’è un momento della sua carriera in cui il cantante abbraccia concretamente l’arte della danza.
È il 1983 e David Bowie canta uno dei suoi più grandi successi: “Let’s Dance”. Cinque anni dopo, conquistato dallo spettacolo Human sex di La La La Human Steps, famoso gruppo di danza contemporanea fondato e diretto dal coreografo Édouard Lock, la rockstar passa dall’invito della precedente canzone all’azione vera e propria. Durante un concerto tenuto all’Institute of Contemporary Arts di Londra, Bowie danza con la stella di La La La Human Steps: Louise Lecavalier, danzatrice dalla chioma punk che ha rivoluzionato, insieme alla compagnia, l’immagine della danza di quegli anni. Il loro duetto, coreografato da Lock sul brano Look Back in Anger, è un gioiello, espressione della ricerca di una fusione delle arti e della capacità della danza di ridefinire la musica come sottolinea David Bowie in un’intervista rilasciata per l’occasione.
La loro immagine in scena è galvanizzante: affascinanti, seducenti, entrambi bellissimi e androgini. Tra i loro corpi – scultoreo il fisico di Lecavalier, filiforme quello di Bowie – c’è chimica, scorre elettricità, si crea un’intesa. La coreografia, composta principalmente da movimenti di braccia e dagli inconfondibili salti della Lecavalier quali i barrel jumps e le piroette orizzontali, è elettrizzante come l’assolo della chitarra. Energia allo stato puro ma anche provocazione perché si tratta di un duetto anticonvenzionale che esalta l’intercambiabilità dei ruoli di genere. Louise Lecavalier, splendida antitesi della classica ballerina romantica che nel passo a due si lascia sollevare dal partner, mostra tutta la sua forza alzando David Bowie sia verticalmente che orizzontalmente.
La loro collaborazione si rinnova per lo spettacolo televisivo satellitare Wrap Around the World ideato da Nam June Paik (1988), per la tournée Sound and Vision (1990) e per il video Fame ’90 diretto da Gus Van Sant (1990). La congiunzione di due artisti così abbaglianti e carismatici non può che passare alla storia come qualcosa di unico e di irripetibile.
Silvia Mozzachiodi