La danza delle Ore di Gaetano Previati

La Danza delle Ore di Gaetano Previati
La Danza delle Ore di Gaetano Previati

Il tempo è l’immagine mobile dell’eternità.

Platone

Alla fine dell’Ottocento il pittore ferrarese Gaetano Previati, tra i massimi esponenti del divisionismo italiano, trovò nella danza la perfetta figurazione pittorica di un concetto astratto: l’allegoria del tempo. Il dipinto fu La danza delle Ore, esposto da Previati alla III Esposizione Artistica Internazionale di Venezia nel 1899, oggi custodito alle Gallerie d’Italia di Milano. Fonte d’ispirazione fu l’omonimo balletto dal terzo atto della Gioconda, opera composta da Amilcare Ponchielli su libretto di Arrigo Boito che debuttò al Teatro alla Scala di Milano nel 1876. Il balletto, allora particolarmente famoso tanto da essere rappresentato anche al di fuori dell’opera – Anna Pavlova, celebre danzatrice russa, lo portò in scena con la propria compagnia al Teatro dell’Opera di Roma nel 1928 – rappresentava le diverse fasi della giornata, dall’aurora alla notte.

Così come la coreografia prevedeva dodici ballerine che volteggiando in cerchio simboleggiavano le ore, il dipinto di Previati rappresenta dodici figure femminili, ossia le Ore, che danzano tra il Sole e la Terra in uno spazio cosmico permeato da una luce dorata. Il loro volo, etereo nei movimenti e quasi coreografico nelle posizioni – singolari le due figure in primo piano che congiungono le mani – conferisce al dipinto armonia e musicalità. I corpi, sbilanciati in avanti o inarcati all’indietro, restituiscono la percezione del movimento, così come le chiome fluttuanti e le vesti ondeggianti, animate dal vento di una danza che non ha fine.

L’armonia che governa la sfera celeste è ulteriormente evidenziata dalla geometria compositiva del quadro che risulta largamente dominato dalla figura del cerchio: il Sole, la Terra, la danza circolare, l’anello sorretto dalle Ore. Il cerchio assume qui una forte valenza simbolica: formato da un’unica linea le cui estremità si congiungono l’una nell’altra, rappresenta l’infinito scorrere del tempo; data l’equidistanza di tutti i punti della circonferenza dal centro, esprime il concetto armonico di perfezione. La danza circolare di Previati è “l’immagine mobile dell’eternità”.

Silvia Mozzachiodi

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