The Great Ghosts: la danza tra arte e scienza

The Great Ghosts di Louise Narboni e Yoann Bourgeois
The Great Ghosts © Géraldine Aresteanu

Il film The Great Ghosts (2018), diretto da Louise Narboni e coreografato da Yoann Bourgeois, è una poesia visiva sul tempo come misura del divenire, decantata nella monumentale cornice del Pantheon di Parigi dai corpi dei danzatori-acrobati, simboli della storia dell’umanità. La percezione del tempo, irreversibile e inarrestabile, affiora dalla memoria storica del monumento e dal moto perpetuo delle azioni coreografiche, espressioni dell’irrefrenabile fluire della vita.

I movimenti dei danzatori – oscillanti, circolari, vertiginosi, sospesi – prendono vita su quattro apparati: set girevole, “Balance de Lévite”, piano precariamente basculante e trampolino. Le installazioni rendono palpabile lo scorrere del tempo e alcuni fenomeni fisici che governano la Terra: l’inerzia, la traiettoria, l’equilibrio, l’energia. Suggestivo il “passo a due” nel segno di un’armonia cinetica tra il pendolo di Foucault, installato nel punto più alto della cupola del Pantheon, e una danzatrice incastonata in un dispositivo che la costringe ad oscillare.

Di una bellezza disarmante, The Great Ghosts si apre a molteplici interpretazioni anche sul piano della percezione spaziale, al di là dell’evidente confluenza per cui lo spazio architettonico entra nella performance e viceversa. Il corpo del danzatore, esposto in un contesto museale, diventa un oggetto artistico al pari dei dipinti e delle sculture che il film inquadra. Allo stesso tempo lo spazio architettonico, attraversato dal vento della danza, incornicia il movimento contribuendo alla creazione di immagini dal forte impatto visivo. Il film ha vinto come “Best Live Performance Capture” al San Francisco Dance Film Festival e come “Best Film” al Dance Screen.

Silvia Mozzachiodi