Olga Khokhlova, la prima moglie di Pablo Picasso

Olga Khokhlova in L’Après-midi d’un faune (1916)

Gli amori nascono inaspettatamente, fulmini a ciel sereno che inaugurano capitoli nuovi dai risvolti imprevedibili, a volte idilliaci, altre volte drammatici. Triste è la storia di Olga Khokhlova, ballerina dei Ballets Russes di Sergej Djagilev e prima moglie di Pablo Picasso. Il loro sentimento sbocciò nel 1917 a Roma, nella città eterna, ma la loro relazione non durò “per sempre”. Il cuore di Olga passò rapidamente dall’ebbrezza di una vita vissuta in palcoscenico all’infelicità di un amore impossibile.

Nella primavera del 1917 Picasso, famoso in tutta Europa per aver inaugurato la rivoluzione cubista, raggiunse la prestigiosa compagnia di Djagilev, in tournée al Teatro Costanzi di Roma, per collaborare alla creazione di Parade, un nuovo e rivoluzionario balletto espressione di una perfetta sintesi delle arti. Nella quiete dello studio di Via Margutta, Picasso disegnò le scene, i costumi che contribuirono a definire la fisionomia dei personaggi, e il monumentale sipario, una tela lunga 17 metri e alta 11 che introduceva gli spettatori all’azione scenica.

Fu così che, mentre in Europa infuriava la Grande Guerra, Picasso si innamorò perdutamente di Olga, una ballerina affascinante e riservata, che il pittore conquistò con una corte febbrile. Figlia di un colonnello dell’esercito imperiale, Olga era nata a Nezhin nel 1891. Nonostante il parere contrario dei genitori, portò avanti la sua passione per la danza studiando con la celebre ballerina e insegnante Yevgenia Pavlovna Sokolova. Nel 1912 entrò a far parte dei Ballets Russes, danzando nei più importanti lavori della compagnia come L’Après-midi d’un faune di Vaslav Nijinsky. Al Teatro Costanzi di Roma Olga danzava i ruoli principali nei balletti Le Fanciulle e Le Donne di buon umore di Léonide Massine.

Terminata la tournée italiana, la compagnia di Djagilev si recò prima a Parigi, dove presentò Parade al Théâtre du Châtelet, e poi in Spagna al Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Raggiunta da Picasso, Olga decise di non prendere parte alla tournée in Sud America preferendo restare con il pittore che la presentò a sua madre, Doña María. Il fidanzamento fu suggellato con il dipinto Olga Khokhlova con una Mantilla (1917), il primo ritratto a olio conosciuto della giovane donna.

Pablo Picasso, Olga Khokhlova con la mantilla, 1917, Museo Picasso Málaga

Tornati insieme a Parigi, nel luglio del 1918 la coppia si sposò nella cattedrale ortodossa in Rue Daru con testimoni Jean Cocteau, Max Jacob e Guillaume Apollinaire. Olga, che aveva lasciato i Ballets Russes a causa di un infortunio e per non separarsi dal marito, diventò la musa di Picasso durante il periodo classico contraddistinto da un ritorno alla pittura figurativa. Uno dei quadri più famosi è il Ritratto di Olga in poltrona (1918), dove la bellezza della ballerina, seduta su una poltrona dal rivestimento floreale con in mano un ventaglio dalla variopinta decorazione, traspare in tutta la sua naturale armonia ed eleganza. La forza iconica di questo dipinto è la dolcezza del suo sguardo, velato da una profonda malinconia che ritorna in tutti i ritratti del periodo. Olga, infatti, soffriva per la precaria condizione economica della sua famiglia d’origine dopo la Grande Guerra e la Rivoluzione d’Ottobre.

Nel 1921 Olga diede alla luce il figlio Paulo e diventò l’ispirazione per numerose scene di maternità, un tema che Picasso aveva già esplorato durante il periodo blu ma che ora rappresentava con una tenerezza e una serenità inedite nella sua produzione. Esemplificativo è il dipinto Madre e figlio (1921), dove una donna, maestosa nelle proporzioni e nell’entità del suo sentimento, tiene in braccio il proprio bambino. Picasso realizzò anche diversi ritratti del figlio, il più celebre del quale è Paul vestito da Arlecchino (1924), espressione del legame paterno sublimato negli stessi occhi scuri e fermi e nel costume da Arlecchino a cui Picasso era tanto affezionato (e in cui si era già rappresentato).

Nel 1927 il loro matrimonio, già in profonda crisi, si aggravò ulteriormente quando Picasso iniziò una relazione extraconiugale con la giovanissima Marie-Thérèse Walter. Il furore creativo acceso dal rapporto con l’amante indusse Picasso a trasfigurare la dolce e gentile Olga in modo distorto, spigoloso e persino brutale come in Grand nu au fauteuil rouge (1929), un quadro che riflette tutta l’inquietudine e le tensioni vissute dalla coppia.

Pablo Picasso, Grand nu au fauteuil rouge, 1929, Parigi, Musée National Picasso

Nel 1935, dopo aver scoperto da un amico della gravidanza dell’amante, Olga lasciò con il figlio il tetto coniugale e viaggiò verso il sud della Francia. Successivamente presentò l’istanza di divorzio che Picasso rifiutò per non dividere equamente le sue proprietà come richiesto dalla legge francese. E così Olga morì nel 1955 ancora legalmente sposata a Picasso.

Silvia Mozzachiodi