Fred Astaire: inimitabile, intramontabile

Fred Astaire

Fred Astaire fu la magia della danza distillata nella settima arte. Con il suo inconfondibile sorriso e l’innato ritmo dei suoi piedi, ora fluttuanti ora vorticosi, conquistò e appassionò una vasta platea, inclusi gli spettatori più reticenti al mondo del ballo, portando nei loro cuori un’allegra spensieratezza.
Fred Astaire non concepiva la danza come una missione da compiere in virtù del sacro fuoco dell’arte, ma semplicemente come un lavoro da svolgere con meticolosa professionalità. Era il perfezionista dei perfezionisti, un lavoratore instancabile. E tutte le sue partner, da Ginger Rogers, con la quale strinse un sodalizio artistico che fece innamorare il pubblico americano, ad Audrey Hepburn, lo sapevano molto bene.

Ballerino, coreografo, attore e cantante, è stato inserito dall’American Film Institute al quinto posto tra le più grandi stelle della storia del cinema. Ma la sua grandezza fu celebrata anche al di fuori dell’industria cinematografica, ottenendo importanti riconoscimenti dai più grandi nomi del gotha della danza. George Balanchine, il capofila del balletto neoclassico, gli riconobbe un talento al pari di Johann Sebastian Bach. Merce Cunningham lo definì un genio e Rudolf Nureyev il più grande danzatore americano della storia. Ancora più emblematico il pensiero di Mikhail Baryshnikov:

Nessun ballerino può guardare un film di Fred Astaire senza pensare: io dovrei cambiar mestiere.

Mikhail Baryshnikov

Sempre elegante e raffinato, aristocratico nel portamento ma affabile nei modi, Astaire brillò per l’impeccabile tecnica, la straordinaria musicalità e la verve interpretativa. Nel corso della sua lunghissima carriera, iniziata alla tenera età di sei anni in coppia con la sorella Adele, elaborò un proprio stile che definì “outlaw”, ossia una fusione di tip tap e balli di sala con altre forme di danza: balletto, modern dance, jazz dance. Una peculiarità che caratterizzò tutte le sue esibizioni, sul grande schermo, a teatro o in televisione, fu la naturalezza dei movimenti, la disinvoltura con cui eseguiva i virtuosismi, la delicatezza con cui sembrava fluttuare nell’aria. 

Fondamentale fu il suo contributo all’estetica cinematografica del musical. Non appena arrivò ad Hollywood disse con grande fermezza: “O danza la macchina da presa, o danzo io”. Per Fred Astaire la danza rivestiva un ruolo primario e pertanto fissò una serie di regole: la telecamera doveva essere lontana in modo da mostrare i danzatori a figura intera, i numeri musicali dovevano essere filmati in lunghe sequenze senza tagli e il montaggio doveva essere modellato per migliorare la continuità delle scene danzate.

Fred Astaire riuscì in una doppia impresa: da un lato nobilitare la danza sul grande schermo, dall’altro arricchire la settima arte con il suo incredibile talento. A sua volta il cinema, grazie alla propria ontologia, ossia la riproducibilità tecnica che è propria del dispositivo cinematografico, gli ha donato l’immortalità. Senza il cinema, oggi ci saremmo chiesti: come danzava il leggendario Fred Astaire? Ecco in rassegna, in ordine non cronologico, alcuni dei suoi numeri più famosi.

1. “You’re All the World to Me” e “Sunday Jumps” (Royal Wedding, 1951)

Royal Wedding (Sua altezza si sposa, 1951) è un musical diretto da Stanley Donen. Il film racconta dei fratelli Ellen (Jane Powell) e Tom (Fred Astaire), una coppia di ballerini totalmente dediti alla carriera che durante una tournée londinese s’imbattono nell’amore. Fred Astaire danza due straordinari assoli. Il primo, Sunday Jumps, si svolge nella palestra di una nave durante il viaggio per Londra. Nell’attesa di provare con la sorella, inizia a danzare con un appendiabiti, rivelando la sua capacità nell’animare un oggetto. Il secondo assolo, You’re All the World to Me, noto anche come Dancing on the ceiling, è tra i suoi numeri più celebri. Seduto nel salottino dell’albergo, Fred Astaire si rende conto di essersi innamorato di Anne (Sarah Churchill) ed esprime il suo sentimento danzando sui muri e sul soffitto. Questa scena, ottenuta attraverso un meccanismo per cui sono la macchina da presa e il set a girare, illustra perfettamente due elementi essenziali dell’arte di Fred Astaire: da un lato la perfetta integrazione drammaturgica della danza quale espressione di uno stato d’animo; dall’altro il suo stile leggiadro, quasi etereo, capace di sfidare la forza di gravità.

2. “Let’s Call The Whole Thing Off” (Shall We Dance, 1937)

Shall We Dance (Voglio danzare con te, 1937) è un film di Mark Sandrich. Fred Astaire e Ginger Rogers interpretano due celebri ballerini che, creduti marito e moglie per un equivoco, decidono di convolare a nozze per poi divorziare. Tuttavia, una volta sposati, capiscono di amarsi davvero. Il numero Let’s Call The Whole Thing Off rappresenta la straordinaria inventiva di Fred Astaire, costantemente alla ricerca di nuove soluzioni coreografiche. La coppia si cimenta in una divertente ma molto difficile tap dance sui pattini a rotelle. La danza si conclude con una lunga planata in arabesque che fa cadere i ballerini fuori dalla pista.

3. “Shoes with Wings On” (The Barkleys of Broadway, 1949)

The Barkleys of Broadway (I Barkleys di Broadway, 1949) di Charles Walters rappresenta l’ultima collaborazione sul grande schermo tra Fred Astaire e Ginger Rogers. Il film racconta di una coppia di ballerini, i coniugi Dinah e Josh Barkley, il cui rapporto entra in crisi quando Dinah decide di intraprendere la carriera di attrice drammatica. Shoes with Wings On di Fred Astaire è la sequenza più giocosa del film ed impiega la tecnica del chroma key per far sì che Astaire, nei panni di un ciabattino, danzi con molte paia di scarpe. Fonte d’ispirazione della coreografia è la versione Disney de L’apprendista stregone (1940) in cui Topolino è assalito da un esercito di scope che trasportano secchi d’acqua.

4. “Top Hat, White Tie and Tails e Cheek to Cheek” (Top Hat, 1935)

Top Hat (Cappello a cilindro, 1935) è una divertente commedia musicale degli equivoci diretta da Mark Sandrich con protagonisti Ginger Rogers e Fred Astaire. Uno dei numeri più famosi è Top Hat, White Tie and Tails, dove Fred Astaire sfoggia il suo innato fascino e una serie di passaggi tecnici eseguiti con sorprendente nonchalance. Nel finale della coreografia sfodera tutta la sua ironia usando il bastone come un fucile contro i ragazzi del coro che cadono come birilli. Il momento più romantico del film è il numero sulla canzone Cheek to Cheek di Irving Berlin, ballo che esemplifica lo stile raffinato di Fred Astaire.

5. “Pick Yourself Up” (Swing Time, 1936)

Nel 1936 Ginger Rogers e Fred Astaire sono protagonisti di Swing Time (Follie d’inverno), musical diretto da George Stevens. Famoso è Pick Yourself Up dove Fred Astaire, dopo aver preso lezioni di ballo con Ginger Rogers fingendosi un principiante, rivela di essere un ballerino provetto. Il numero, una polka impreziosita da ritmi sincopati e intricati passi di tap dance, mette in luce la sinergia della coppia.

6. “Puttin’ on the Ritz” (Blue Skies, 1946)

Blue Skies (Cieli Azzurri, 1946) è un film di Stuart Heisler con Fred Astaire, Joan Caulfield e Bing Crosby. Ampiamente pubblicizzato come “l’ultimo ballo di Astaire” (un ritiro che durò solo due anni), il film è particolarmente celebre per il numero Puttin’ on the Ritz, girato dopo quello che il danzatore definì “cinque settimane di lavoro fisico massacrante”. In smoking, cappello a cilindro, ghette e bastone, l’assolo è composto di tre sezioni: nella prima parte Astaire canta la canzone ed esegue una serie di movimenti al rallentatore in una divertente parodia del suo imminente ritiro; nella sezione centrale torna a danzare a velocità normale e gioca ingegnosamente con il bastone; infine balla insieme ad altri nove Fred, un effetto ottenuto filmando due versioni separate di Astaire, ripetendole quattro volte e intrecciandole.

Silvia Mozzachiodi