Edgar Degas, il pittore delle ballerine

Edgar Degas

Edgar Degas è tra i principali esponenti dell’Impressionismo. Eppure l’artista non sceglie lo stesso percorso dei suoi colleghi, preferendo la pittura in atelier a quella en plein air e la figura umana al paesaggio. Interessato a descrivere la vita del suo tempo, Degas rivolge il suo sguardo all’uomo moderno, dipingendolo nelle sue consuetudini sociali. In questa predilezione per le scene della modernità Degas trova una fonte d’ispirazione inesauribile nel Teatro dell’Opéra di Parigi, uno dei luoghi più rappresentativi della vita sociale parigina che frequenta regolarmente. A catturare il suo interesse è soprattutto il balletto, una forma d’arte che gli consente di rappresentare il movimento, di cogliere l’istantaneità del gesto, di lavorare sui contrasti di luce e sulla resa dei costumi di scena. Ma non solo. Degas trova una profonda analogia tra il suo impegno artistico e quello delle ballerine: entrambi ricercano la perfezione, rincorsa quotidianamente attraverso una totale dedizione e un metodo di lavoro basato sulla reiterazione della pratica. Soprannominato il peintre des danseuses, nessun altro artista si è immerso così profondamente nel mondo del balletto. Scopriamo insieme quattro sue opere.

1) Il Ritratto di Mademoiselle E.F…; a proposito del balletto “La Source”, 1867-1868, New York, Brooklyn Museum of Art

Il suo primo dipinto legato al mondo del balletto è un ritratto di Eugénie Fiocre (1845-1908), celebre ballerina dell’Opéra di Parigi. Entrata nel corpo di ballo a tredici anni, si afferma danzando Cupido in Néméa ou L’Amour vengé (1864), un ruolo che mette in luce la sua figura statuaria, così singolare da provocare un sussulto di meraviglia tra il pubblico. Tra i suoi ammiratori ci sono due famosi critici: Théophile Gautier, per il quale sembra estratta da un blocco di marmo, e Paul de Saint-Victor, che la paragona ad una dea greca. Oltre ad essere tra le ballerine più amate dell’Opéra di Parigi, negli anni del Secondo Impero Eugénie Fiocre è un’icona femminile, corteggiata da numerosi pretendenti – 666 riporta Le Figaro nel 1860 – e soprannominata la “Venere di Milo”. Il segreto del suo fascino consiste in una bellezza al tempo stesso classica e moderna: classica per l’armonia delle proporzioni e la purezza delle forme; moderna per il fascino parigino, enfatizzato dal viso sbarazzino e dallo sguardo vivace. Degas ritrae la ballerina in un suo cavallo di battaglia: la principessa Nouredda nel balletto La Source (1866). Fiocre è ritratta in un atteggiamento pensieroso, circondata dallo scenario orientale con un cavallo al suo fianco e due ballerine nel ruolo di ancelle. Considerando il realismo della scena, nulla rivela un’ambientazione teatrale ad eccezione di un piccolo dettaglio: un paio di scarpette da punta.

2) Il balletto di Robert le Diable, 1871, New York, Metropolitan Museum of Art

Degas dipinge un balletto di fondamentale importanza per lo sviluppo del balletto romantico, il Ballet des nonnes (Balletto delle monache), un divertissement coreografato da Filippo Taglioni per il terzo atto dell’opera lirica Robert le Diable di Giacomo Meyerbeer. Il balletto, che esprime con singolare adesione la sensibilità romantica dell’epoca, in particolare le atmosfere del romanzo gotico, è ambientato tra i ruderi di un monastero medievale dove, al gelido chiarore della luna, bianchi spiriti si alzano dalle proprie tombe. Sono monache defunte, dannate per aver preferito in vita i piaceri alla virtù. Al debutto, il 21 novembre 1831, il balletto ottiene un successo straordinario anche per la memorabile interpretazione di Maria Taglioni nella parte della badessa Hélèna. Quando Degas realizza questo quadro il Ballet des nonnes ha alle spalle quarant’anni di rappresentazioni e probabilmente ha perso un po’ del suo fascino. A suggerirlo è l’uomo in primo piano sulla sinistra che, indifferente all’azione scenica, dirige il proprio binocolo da teatro verso il pubblico. Il contrasto tra la platea e il palcoscenico è rafforzato dalla differente lavorazione con la quale sono eseguite le due zone: le ballerine, a differenza degli spettatori e degli orchestrali, sono appena tratteggiate per dare il senso della dinamicità dei movimenti.

3) La lezione di danza, 1873-1876, Parigi, Museo d’Orsay

Frequentando il backstage dell’Opéra di Parigi, dove è introdotto dagli amici Ludovic Halévy (librettista) e Désiré Dihau (fagottista), Degas è affascinato dalla disciplina ferrea delle ballerine, impegnate quotidianamente a perfezionare la tecnica e lo stile. Interessato più al processo creativo che non al risultato finale come dimostra l’ossessiva rielaborazione delle sue opere, le ballerine raffigurate a lezione o alle prove diventano il suo soggetto preferito, rappresentato in una incredibile quantità di varianti. Uno dei quadri più celebri è La lezione di danza. La scena rappresenta una ballerina mentre prova dei passi sotto lo sguardo inflessibile del maestro. È Jules Perrot (1810-1892), uno dei massimi rappresentanti del balletto romantico. Considerando l’inquadratura della scena, dalla quale alcune figure sembrano fuoriuscire, l’opera presenta un taglio fotografico e, come in un’istantanea, coglie la fugacità del momento. Le ballerine sono raffigurate in gesti e atteggiamenti del tutto spontanei, propri di un corpo rilassato al termine di una lezione estenuante. Tra questi ci sono la ballerina con il fiocco giallo che si gratta la schiena e quella con il fiocco rosso mentre sventola il ventaglio.

4) Ballerina di 14 anni, 1865-1881, modello in bronzo realizzato tra il 1921 e il 1931, Parigi, Museo d’Orsay

Nel 1881 Degas prende parte alla sesta mostra impressionista presentando una sua scultura, Ballerina di 14 anni. Colorata con tonalità naturali, pettinata con capelli autentici e vestita con un tutù e con delle vere scarpette, l’opera simboleggia la ricerca di un realismo spinto all’estremo, all’epoca non compreso e duramente criticato. La versione che conosciamo oggi, esposta al Museo d’Orsay, è un modello in bronzo realizzato dopo la morte dell’artista. Ma chi è la ballerina che ha posato per Degas? Il suo nome è Marie Geneviève Van Goethem, un “petit rat”, ossia un topolino dell’Opéra di Parigi, soprannome dato alle giovani allieve della scuola. Di povere origini, Marie rappresenta tutte quelle ragazze che nell’Ottocento intraprendono lo studio della danza nella speranza di un futuro migliore, lontano dalla miseria. Un sogno sfumato per la quattordicenne Marie, licenziata dall’Opéra per aver saltato ripetutamente le prove. Da quel momento la sua vita cade nell’oblio ma Degas è riuscito a infonderle una sorta di immortalità che pochissime altre ballerine hanno saputo conquistare. Oggi la Ballerina di 14 anni è tra le sculture più amate al mondo.

Silvia Mozzachiodi